martedì 10 dicembre 2013

PRISCILLA LA REGINA DEL DESERTO 30/11/13

Il Cast in scena                Il team creativo

Torno a parlare di Priscilla The Musical, che era in scena a Padova con un nuovo cast.
Dopo l'abbandono di Mirko Ranú per la televisione e di Simone Leonardi per altre avventure, ero curioso di vedere la Bernadette di Marco D'Alberti e la Felicia di Riccardo Sinisi.

Ho assistito alla recita di sabato 30 novembre al Gran Teatro Geox, bella iniziativa di mecenatismo privato che però, purtroppo, assomiglia più ad un padiglione fieristico che ad un luogo di spettacolo o di cultura. Credetemi, non voglio fare lo snob, ma il regno del panino all'ingresso che diffonde odore di carne bruciacchiata, continui slogan pubblicitari, nauseante puzza di popcorn, un bancone con salsicce e griglia rovente, un assordante disc jockey che ricorda incessantemente la comodità di lasciare i cappotti al guardaroba (ovviamente a pagamento e spero meno caro del parcheggio obbligatorio a 5 euro ad auto) e che motteggia le persone che entrano...insomma atmosfera altamente circense e per nulla teatrale. Inoltre la locandina riporta l'inizio alle 21.15, per cui mi presento con il dovuto anticipo, mi siedo sulle poltrone (appena rinnovate come il deejay si è premunito di ricordarci almeno 20 volte) e cosa succede? Veniamo bombardati da 25 minuti abbondanti di spot pubblicitari sulle splendide calzature create dal Sior Paron!! Veramente tanto da sopportare...

Finalmente lo spettacolo inizia (alle 21.35!) e sugli schermi che affiancano il palco appaiono immagini ingrandite del palcoscenico, doveroso in effetti vista la profondità della platea che renderebbe impercettibili le espressioni dei volti.
Si manifesta una seconda delusione: nonostante la vastità della struttura assisteremo ad una versione da tournée di questa produzione....lode e gloria allo Stabile del Friuli Venezia Giulia che ci ha regalato una versione completa, egregiamente ospitata nella bellissima sede del Politeama Rossetti.
Per cui molti tendaggi, un pullman decapitato, niente Divas volanti (le meravigliose vocalist che nell'altra versione appaiono spesso dal "cielo"...riesco a sopportare tutto ciò, ma lo spettacolo si è un po' opacizzato e seduto...anche i ballerini della scena iniziale con le valigie erano meno efficaci...peccato!

Il trio di protagonisti invece mi piace molto. Angiolillo si conferma una ottima Mitzi, anche se mi è sembrato meno carico rispetto allo scorso anno.
Riccardo Sinisi nel ruolo di Felicia è fresco, adeguato sia vocalmente che nella recitazione, ma tende a sparire nonostante il fisico scultoreo e la buona presenza. In generale il terzetto protagonistico sembra più unito e affiatato di come lo ricordavo lo  e il senso generale dello spettacolo ne guadagna.
Ho volutamente lasciare per ultima la Bernadette di Marco D'Alberti perché merita un discorso più attento e approfondito.
Siamo di fronte ad un artista completo, bravo quando canta, convincente quando recita e pertinente quando si muove. Un vero talento del teatro musicale italiano che meriterebbe maggiore successo e ruoli protagonistici. La sua Bernadette è una dama di gran classe, con le gambe sempre incrociate e i piedi in posa da miss, ma resta capace del turpiloquio di un portuale! Bionda come una vamp del cinema americano degli anni '50, è la vera protagonista del musical, quella cui sono riservata le battute più divertenti e i momenti più intimistici. Tanto copione viene arricchito dai perfetti tempi teatrali di Marco D'Alberti, sensibile e gigione il giusto, che ricorderemo a lungo per le risate e le lacrime che ci regala. Bravissimo!

Teatro quasi pieno (2500 posti!), pubblico entusiasta: ancora bravi alla produzione MAS Music Art & Show per la splendida messa in scena, copia fedele del format australiano!



2 commenti:

  1. Mi permetto di commentare questo post, perché - per quanto rispetti il gusto di ciascuno - non vorrei che chi non avesse assistito alla versione precedente di Priscilla, credesse ciecamente alla sua opinione.
    Non posso sicuramente contestare il fatto che a lei questo terzetto di protagonisti piaccia (ripeto, rispetto il gusto di ciascuno), ma che risulti più affiatato del precedente sì.
    Da quel che posso leggere nel suo blog, lei ha assistito solo a due repliche dello spettacolo: il 10 maggio a Trieste ed il 30 novembre a Padova. L'unica spiegazione che posso darmi è che lei sia capitato in una rappresentazione non fortunatissima (cosa di cui comunque dubito) a maggio ed in una fortunatissima a novembre.
    Scrivo questo perché le posso garantire che chi - come me - ha assistito ad un numero considerevole di repliche, nella versione attuale e nella precedente in tutte le piazze in cui è stato rappresentato, non potrà concordare con questa sua affermazione.
    Il trio Angiolillo-Leonardi-Ranù è risultato molto affiatato sin dalla prima del 14 dicembre 2011, merito sicuramente anche del maggior tempo di preparazione che a loro è stato concesso.
    Se lei avesse assistito almeno a due repliche con loro avrebbe potuto notare come fossero in grado di capirsi con un solo sguardo, come certe scene prendessero un tono diverso a seconda di come uno dei tre iniziasse a dire le battute. Questo è stato anche uno dei motivi per cui così tante persone sono tornate così tante volte a rivedere lo spettacolo.
    Mi permetto di dissentire anche sui suoi complimenti alla nuova Bernadette: nulla contro Marco D'Alberti, che ho potuto apprezzare in altri spettacoli e sulle cui doti di cantante e di attore non ho nulla da ridire. Tuttavia qui secondo me – probabilmente anche a causa di scelte registiche che non posso approvare – l'anima del personaggio è stata snaturata. Un piccolo esempio per spiegare ciò che intendo: una delle battute di Bernadette è “il troppo stroppia”, quindi non ha senso logico che per esempio entri nel bar di Broken Hill con una doppia piroetta o che – proprio dopo aver declamato questa battuta – si prodighi in più e più mosse, al posto di una sola come succedeva nella versione degli anni scorsi.
    In tutte le repliche ho trovato questa Bernadette sopra le righe, tutto troppo urlato e – a proposito della “classe” che lei decanta – vorrei che ricordasse meglio come Simone Leonardi fosse capace di modulare la voce in modo da far uscire a seconda delle necessità più la parte maschile o più la parte femminile di Bernadette e di come fosse capace di pronunciare anche le battute più grette in modo da farle sembrare versi poetici. Quindi concordo con lei quando lo definisce “turpiloquio di un portuale”, perché tale ora risulta.
    Mi sorge il dubbio che lei non abbia colto queste sfumature perché – come ho potuto leggere nel suo post di maggio – definendo la trama “di una fragilità e di una banalità sconcertante”, evidentemente non ha proprio capito ciò che questo spettacolo rappresenta e l'importantissimo messaggio in esso contenuto.
    Solo una piccola nota per concludere: la versione che lei ha visto a Trieste non era comunque completa. Infatti, la musica era registrata, diversamente da Milano e Roma in cui c'era l'orchestra dal vivo e le assicuro che non si tratta di un particolare da poco.

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  2. La ringrazio per il suo commento attento e interessante! Sono sempre colpito quando scopro quanti sconosciuti seguono i miei post...
    Probabilmente, come lei scrive, ho visto una recita sfortunata ed una fortunata o viceversa, ma l'esperienza che intendo raccontare è proprio quella in cui uno spettatore ignaro capita un giorno a teatro e non quella di un appassionato di Priscilla come lei.
    Quindi perderò sicuramente tutta la cronologia interpretativa, evolutiva o involutiva che sia, di un dato interprete, ma fotografo e ritraggo ciò che ho visto con i miei occhi e sentito con le mie orecchie: quanto sia utile, universale o indiscutibile il mio gusto è del tutto irrilevante, visto che nessuno è costretto a leggermi o che il mio giudizio possa influenzare le platee.
    Quindi sono felice che lei la pensi diversamente: non c'è maggior ricchezza al mondo!
    In merito alla versione ridotta, sono felice per lei se ha potuto vedere quelle con l'orchestra: io non posso spostarmi fino a Milano o Roma. Ma posso assicurarle che la versione dei poveri di Padova era veramente imbarazzante

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